Ci eravamo lasciati la scorsa volta col racconto di come ormai settant’anni fa il nostro popolo abbia scelto la Repubblica e scritto la Costituzione. In questo articolo invece tratteremo delle prime elezioni politiche della nostra storia repubblicana, nonché sicuramente le più importanti, vista la scelta cruciale che i nostri nonni dovettero compiere. 

L’INIZIO DELLA RICOSTRUZIONE

L’Italia, all’indomani dell’entrata in vigore della Costituzione era un paese che mostrava ancora evidenti segni di quella che è stata la distruzione causata dalla seconda guerra mondiale. Il PIL del 1945 era stato di solo poco più della metà di quello del 1938 e si notavano i segni di un’inflazione galoppante che erodeva salari e risparmi. Due milioni di case erano andate distrutte nei bombardamenti. La miseria dilagante, raccontata anche dal cinema e dalla letteratura del neorealismo, era presente nella vita di quasi tutti gli italiani. 

Nonostante questo quadro fosco, il paese seppe rimettersi in moto con una velocità sorprendente: ad esempio, la produzione industriale del 1948 aveva eguagliato quella dell’anteguerra e si cominciava a respirare quell’aria carica di operosità e voglia di riscatto che avrebbe permeato il paese durante la Ricostruzione prima e il boom economico poi (argomenti che tratteremo prossimamente, ma non in questo articolo).

LO SCENARIO POLITICO

A livello politico si profilava lo scontro fra la Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi e i comunisti e i socialisti, guidati rispettivamente da Palmiro Togliatti e Pietro Nenni. Il leader democristiano aveva estromesso le sinistre dal governo e dato vita al suo quarto esecutivo, il primo della Repubblica senza i socialcomunisti. Il loro allontanamento del Governo era dovuto principalmente ai successi che le forze di sinistra avevano ottenuto nelle elezioni amministrative del 1947, che avevano allarmato non poco i vertici democristiani e in generale tutte quelle forze che osteggiavano l’avanzamento del comunismo. La principale linea di frattura tra gli schieramenti che si riconducevano principalmente alla Democrazia Cristiana da una parte e a comunisti e socialisti dell’altra era quella della collocazione internazionale: se i democristiani volevano rimanere ancorati al campo delle democrazie occidentali, guidato dagli Stati Uniti d’America, le sinistre avevano il disegno di trasformare l’Italia in un paese molto simile a quelli dell’est Europa, caduti sotto Il giogo comunista a seguito dell’arrivo dell’Armata Rossa durante la Seconda Guerra Mondiale. È facile  capire come gli italiani si trovassero di fronte a una scelta cruciale per il futuro del paese: da una parte c’era la libertà occidentale, dall’altra il dispotismo sovietico. Ovviamente c’erano anche importanti differenze di vedute su altri terreni, principalmente quello economico. Le sinistre, seguendo rigidamente la loro visione marxista, sostenevano la necessità di collettivizzare i mezzi di produzione e abolire la proprietà privata, mentre la visione democristiana e, con alcune differenze anche significative, delle altre forze moderate voleva il mantenimento dell’economia di mercato, dunque capitalistica, con i giusti correttivi che garantissero i principali diritti sociali previsti dalla Costituzione, cioè lavoro dignitoso, sanità universale e istruzione gratuita. 

De Gasperi e Togliatti, leader dei due principali partiti, quello democristiano e quello comunista.

LA VIGILIA

I mesi che precedettero le elezioni, fissate per il 18 e 19 aprile del 1948, furono particolarmente concitati: la propaganda di entrambi gli schieramenti si intensificò e si assistette ad una mobilitazione senza precedenti di molti rami della società: associazioni come l’Azione Cattolica, intellettuali che si schieravano apertamente (i più per le sinistre), le parrocchie, i giornali, i militanti dei partiti. Tutti si mobilitarono per garantire il successo della propria parte e lottarono senza esclusione di colpi. I politici giravano in lungo e in largo la penisola e la gente partecipava alle manifestazioni elettorali con il rinnovato interesse di chi ha riacquistato la libertà politica dopo decenni di dittatura. Scioperi e manifestazioni scuotevano il paese, e ci si avvicinava all’appuntamento elettorale con un clima che diventava sempre più concitato e i toni che si esasperavano, tanta era la posta in palio. 

Striscione propagandistico del Fronte Democratico Popolare, nelle cui liste si candidavano comunisti e socialisti.

I RISULTATI


I risultati non arrivarono subito tutti, e, inizialmente, basandosi su dati parziali, sembrava quasi che le sinistre fossero in vantaggio. Alcuni giornali di partito già titolavano trionfalmente e proclamavano la vittoria, ma non appena si ebbero dei risultati più chiari il responso fu netto: quasi la metà dei voti andò alla Democrazia Cristiana, che sfiorò la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento, mentre le sinistre si fermarono al 30 per cento. Si assistette a un fenomeno particolare: le forze moderate laiche (come repubblicani, liberali, socialdemocratici) ottennero un risultato minore del previsto. I moderati, ostili all’estremismo marxista, avevano fatto quadrato attorno alla DC, prosciugando le altre forze anticomuniste.

Il Corriere della Sera, a spoglio quasi ultimato, annuncia i risultati delle elezioni.

Forte di questa imponente legittimazione popolare, De Gasperi poté formare un nuovo governo e porre le basi per quella che sarebbe stata la riscossa italiana, che culminerà con il boom economico degli anni Sessanta. Col senno di poi, possiamo dire che i nostri compatrioti di allora fecero la scelta giusta, salvaguardando i nostri diritti e cominciando quel cammino che ha proiettato la nostra Repubblica, seppur tra mille avversità, verso un avvenire di benessere e libertà.

P.S. Vi lascio con due suggerimenti di lettura: “L’Italia della Repubblica”, di Indro Montanelli e Mario Cervi, per una cronaca precisa ed approfondita del periodo che va dal referendum Monarchia-Repubblica alle elezioni del ’48, e “Giuro che non avrò più fame” di Aldo Cazzullo, che racconta più diffusamente, oltre a quanto trattato in questo articolo, anche la Ricostruzione che iniziò proprio in questo periodo.

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