“Acqua che ha fatto sera, che adesso si ritira, Bassa sfila tra la gente come un innocente che non c’entra niente”.

(F. De André – “Dolcenera”)

Come una bomba. Acqua dal cielo, acqua dal mare. Acqua che rompe gli argini, che trabocca dalle dighe. Che travolge le case, invade le vie, devasta la vita. Eppure nessuno si arrende: la voce di un territorio in ginocchio squilla più forte della tempesta e si fa largo tra le strade allagate.

Non serve aggiungere molto: la calamità che si è abbattuta in questi giorni su tutta l’Emilia-Romagna è una tragedia vera e propria. Un’alluvione che ha portato via con sé storie e persone. Qualcosa di inaspettato (o forse solo di insperato) che è precipitato senza tregua su campagne, coste e città con una forza difficile da quantificare. La misura del dramma è data dai danni: intere zone urbane occupate dalle acque, abitazioni inagibili, campi sommersi. Per non parlare delle colline franate, delle strade non più percorribili e delle persone che, davanti alle calamità, sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni.

Se “raccogliere i cocci” è difficile, riemergere dallo sprofondo lo è ancora di più. Ma la voglia di ricominciare (tutto e daccapo) non manca di certo: in molti sono partiti per sgomberare le case dall’acqua e dal fango e per portare via chi, invece, si trova ancora in situazioni di estrema emergenza. Salvare il salvabile assume la voce della speranza nei versi di “Romagna mia”, cantata in coro da un’intera comunità che ha un unico obiettivo: risorgere.

Monumento alla solidarietà: anche gli studenti dell’istituto Leonardo Da Vinci danno prova di volersi applicare per fornire il proprio aiuto, attraverso una raccolta di materiale didattico destinata a chiunque ne abbia necessità. Nelle mattine dal 22 al 24 maggio sarà possibile, infatti, lasciare (nell’aula 33 dell’ITE Agnelli e nell’aula 26-bis del liceo Enzo Ferrari) zaini, astucci, quaderni, fogli, penne o altro materiale di cancelleria. Nelle giornate del 22, 23 e 24 maggio, al termine delle lezioni, alunni e genitori potranno ritirare ciò che occorre loro mentre il restante sarà donato ai centri di raccolta del territorio.

La scuola per la popolazione. Anzi, la scuola che collabora: un piccolo gesto che segna il punto di (ri)partenza.

Forse non siamo pronti per accettarlo, ma queste tragedie avverranno sempre più spesso, con la stessa l’irruenza e la brutalità che si sono viste negli ultimi giorni. La combinazione tra la fragilità idrogeologica del territorio, la scarsa manutenzione e realizzazione delle infrastrutture e il cambiamento climatico, se non si farà qualcosa al più presto, creerà terreno fertile per ulteriori eventi estremi. Aver vissuto in prima persona l’orrore dell’alluvione non dovrebbe far ricadere nell’errore l’uomo: noi, come comunità, dobbiamo avere la forza di rialzarci e, soprattutto, saper ricostruire con consapevolezza e con una nuova coscienza. Se riuscissimo a superare questa prova, non dovremmo rassegnarci semplicemente ad adattarci ai disastri ambientali che si abbatteranno sui nostri territori, ma riusciremmo ad evitarli e a vivere più serenamente.

In collaborazione con Tommaso Minotti e Federica Gualdani

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